
In Germania, un infermiera sotto processo da settembre con l’accusa di omicidio e tentato omicidio ha confessato di aver ucciso 30 pazienti iniettando loro una dose eccessiva di farmaco al cuore.
L’INFERMIERA ASSASSINA: LE INDAGINI – La polizia sta indagando per un centinaio di morti sospette alla clinica Delmenhorst, tra cui tre pazienti uccisi e altri duemessi in serio pericolo di vita. Ma, secondo un esaminatore psichiatrico, l’infermiera killer ha confessato di essere la responsabile anche di altri 30 omicidi tra il 2003 e il 2005. Altri 60 pazienti sarebbero stati iniettati ma, per fortuna, sono riusciti a sopravvivere. La donna era stata già condannata anche nel 2008 per tentato omicidio e, secondo gli investigatori, il suo movente era quello di migliorare le proprie abilità di rianimazione.
L’INFERMIERA ASSASSINA: CHI TI RICORDA? – Viene spontaneo il paragone con Daniela Poggiali, l’infermiera che uccideva i propri pazienti con lo stesso metodo. Inoltre, nello smartphone della donna sono state trovati selfie insieme ai cadaveri. Accusata di dieci decessi, la sua ultima vittima è una donna di 78 anni, Rosa Calderoni. Secondo le ricostruzioni, i pazienti sarebbero stati uccisi perché troppo scomodi da accudire. Daniela però risulta molto fredda negli interrogatori, sostenendo di essere assolutamente estranea alla faccenda:
Non c’entro nulla”, “Ma chi vi dice che sia stata io?”. “Sono una che sa fare bene il proprio mestiere, e da tanti anni”». E poi: «È un complotto». Ammette che sì, in quella stanza c’era solo lei, accanto all’anziana poi defunta.
E inoltre, sotto i selfie insieme ad i cadaveri apparivano inquietanti e tremende didascalie come Brr, mmmh, la vita e lamorte, mmmh». In un’altra foto tenta di imitare in maniera grottesca l’espressione del paziente morto.
Secondo una testimone, le foto sono state scattate così:
«La Poggiali mi chiese di accompagnarla nello stanzino dove vengono portati i pazienti deceduti. Lei era particolarmente euforica e voleva fare una foto vicino al cadavere (pare fosse una sua paziente, ndr). Io non ebbi il coraggio di contraddirla, anche perché lei è un tipo vendicativo. Avevo paura e soggezione della Poggiali e non volevo avere difficoltà con lei. Era solita dare purganti ai pazienti,anche solo per mettere in difficoltà le colleghe che subentravano al suo turno. E così ho esaudito il suo desiderio».